Come i funghi rivoluzioneranno il nostro modo di mangiare
Alessia Capasso
Gustosi
e ricchi di proteine, molte aziende li utilizzano come base per
alimenti vegan. E un progetto europeo sta sperimentando il loro uso per
evitare pesticidi
Negli ultimi mesi si è parlato tanto di grilli, larve e carne
sintetica. Argomenti che spaventano molti consumatori, mentre ne
incuriosiscono altri. Nell'ambito delle innovazioni alimentari ci sono
però protagonisti che fanno meno rumore, ma stanno già incidendo
profondamente nell'ambito del mercato e della ricerca: i funghi. Grazie a
un gusto intenso e ad un notevole apporto proteico, questo alimento
viene sfruttato sempre più da aziende e startup impegnate a individuare
ingredienti validi per cibi in grado di sostituire o comunque integrare i
valori nutrizionali di carne, pesce e latticini, impattando al contempo
molto meno sull'ambiente. Nei rivenditori specializzati in prodotti
vegani sono già diversi i piatti a base di funghi, che replicano il
sapore di hamburger, costolette e bacon. E la lista è destinata ad
aumentare tenuto conto del loro utilizzo nelle sperimentazioni sempre
più avanzate nel campo della fermentazione.
Dove si coltivano
La rivoluzione alimentare connessa ai miceti sta andando ancor più
alla radice, impattando in maniera diretta i metodi di produzione. Un
progetto finanziato dall'Unione europea sta tentando di capire come
coltivarli per evitare o comunque ridurre il ricorso ai pesticidi
sintetici utilizzati per la protezione delle piante. Bisogna arrivare
nel Nord della Spagna, nella provincia de La Rioja, per capire come gli
studiosi stanno operando. Tra le colline questa terra di vigneti oltre
ai filari d'uva ospita una coltura centrale nell'impegno per rendere più
sostenibile la produzione alimentare europea. In capannoni umidi, dove a
malapena filtra la luce del sole, vengono prodotte 77mila tonnellate di
funghi l'anno. È questa la regione che produce quasi la metà del
raccolto dei funghi coltivati in Spagna, che a sua volta è il terzo
produttore del vecchio continente, preceduta da Polonia e Paesi Bassi.
Fattori e ostacoli
La domanda di funghi aumenta sempre più da parte di consumatori e
industrie di conservazione. Chiunque può tentare una coltivazione
casalinga di funghi acquistando online uno starterkit, con risultati
immediatamente visibili agli occhi, visto che in un solo giorno i funghi
coltivati possono raddoppiare di dimensione. La produzione commerciale
richiede invece molta esperienza. In primo luogo si tratta di gestire i
fattori che più influenzano sulla crescita: umidità, temperatura e luce.
L'ostacolo principale per una coltivazione regolare e di qualità sono
invece i parassiti.
Protezioni
Ne sa qualcosa Pablo Martínez, un agronomo che gestisce un progetto europeo presso il Mushroom Technological Research Center
di La Rioja (Ctich). Prima di essere attratto dai miceti, Martínez
aveva lavorato nelle cantine. "I funghi sono un mondo completamente
diverso da quello a cui siamo abituati, dalla coltivazione di piante o
dall'allevamento di animali", ha dichiarato l'esperto. Al momento la
protezione dai parassiti è affidata ai pesticidi, ma i danni
all'ambiente e le restrizioni sempre maggiori all'uso (ed abuso) di
queste sostanze ha spinto i ricercatori a sperimentare strade diverse
per proteggere questi organismi. Si tratta di un aspetto fondamentale,
considerata anche la crescita globale del mercato dei funghi, che dai 15
milioni di tonnellate del 2021 dovrebbe raggiungere oltre 24 milioni
nei prossimi cinque anni.
Strato umido
Per coltivarli, i funghi vengono posti su uno strato di base fatto
di paglia e letame animale, poi ricoperto da una spessa coltre di torba
detta budello. Grazie a questo strato di vegetazione parzialmente
decomposta, la torba imita il suolo delle foreste naturali, cioè
l'habitat tipico per la crescita di questi organismi. Le torbiere, ampie
zone umide capaci di immagazzinare grandi quantità di carbonio più di
altri tipi di vegetazione, si stanno esaurendo a causa di urbanizzazione
e sovra-sfruttamento agricolo al pari delle foreste. Si tratta di un
alleato in meno nella lotta ai cambiamenti climatici.
Torbiere in esaurimento
La maggior parte della torba europea proviene dai paesi baltici.
Dapprima viene trasportata in barca verso i Paesi Bassi, dove viene
trattata per l'uso commerciale, infine viene distribuita ai coltivatori
di tutta Europa. Un sistema che accumula costi di trasporto ingenti,
insieme ad una forte impronta di carbonio. "Le crescenti restrizioni
all'estrazione di torba nei paesi europei minacciano la continuità a
lungo termine delle forniture di torba", ha affermato Martínez. "Stiamo
cercando di sviluppare un nuovo prodotto per la coltivazione di funghi
che potrebbe ridurre l'uso di pesticidi del 90% riducendo la dipendenza
del settore dalla torba". Di questo si occupa il progetto Bioshamp, che
coinvolge ricercatori , partner commerciali e coltivatori di funghi in
sei paesi europei. Oltre alla Spagna, sono coinvolti Belgio, Paesi
Bassi, Polonia, Serbia e Regno Unito.
Dettagli nascosti
Gli esperti coinvolti mirano a creare un involucro sostenibile a
bassa torba per funghi coltivati . Questo dovrebbe essere realizzato
con materiali rinnovabili provenienti dalla produzione di funghi
esistente. Mentre i dettagli della ricerca restano segreti, fonti
interne al progetto hanno fatto sapere che si combinerà con una sostanza
nota come bio-stimolante per migliorare i naturali processi di crescita
e rafforzare il micelio dei funghi nella loro fase iniziale. In questo
modo si otterrà una protezione dalle malattie senza la necessità di
pesticidi chimici.